giovedì 14 maggio 2015

Con un piede nella tragedia e uno nella commedia

In ospedale ne vedi tanti, non devi neppure entrare in un reparto, alle volte basta semplicemente andare al bar a prendere una bottiglia d'acqua e ti ritrovi davanti un bimbo alto a malapena quanto il tuo ginocchio che sgambetta tutto allegro. Quel bimbo però ha qualcosa di particolare, ha la testa rasata e una cicatrice che lo attraversa da parte. Chissà quante ne ha passate, chissà quante ne passerà ancora, eppure quel bimbo è lì tutto felice accanto alla madre.
Ecco: ci sono momenti che ti ricordano che qualunque sia la merda che la vita ti butta addosso c'è sempre chi sta affrontando qualcosa che è ben peggiore di quello che affronti tu. E quel qualcuno lo fa col sorriso stampato in faccia.

cosa vuoi che sia
passa tutto quanto
solo un po' di tempo e ci riderai su 
(Ligabue)

E passa ancora prima se ci ridi sopra anche mentre affronti i tuoi mostri. Perché spesso la differenza tra la tragedia e la commedia è una mera questione di interpretazione.


"Io restai a chiedermi se l'imbecille ero io, che la vita la pigliavo tutta come un gioco, o se invece era lui che la pigliava come una condanna ai lavori forzati;
o se lo eravamo tutti e due"

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