domenica 28 giugno 2015

Se soltanto... l'orgoglio dell'ignoranza e le sue conseguenze

Ieri sera, giusto prima di andare a letto, ho avuto il piacere di leggere un racconto di Tony Ballantyne, di straordinario impatto emotivo e intellettivo, dal titolo Se Soltanto... 
Il racconto, il cui titolo originale è If Only..., è stato tradotto in Italia da Mondadori e si trova nel numero sessantasei della Collana Urania Millemondi.
Dico subito che questo racconto è stato pubblicato nel settembre del 2012 dalla rivista Nature, per chi non lo sapesse parliamo della più importante rivista scientifica al mondo e fior di scienziati si taglierebbero un braccio pur di vedere i loro articoli nel sommario.
Interamente leggibile (in inglese) a questo link, Se Soltanto... riesce nel brevissimo spazio di poco più di tre pagine a porre le estreme conseguenze della dilagante ignoranza scientifica e delle sue conseguenze.
Per chi non fosse in grado di leggere in inglese spiego brevemente il senso del racconto, chi volesse prima leggere l'originale si fermi e torni dopo aver letto If Only...
Siamo in uno studio medico e una madre è preoccupata per il vaccino che il medico sta per iniettare al suo piccolo. La donna chiede al medico l'assicurazione che l'iniezione non danneggerà il bambino e il medico risponde che c'è sempre un piccolo rischio, ma che è del tutto trascurabile. La Donna a quel punto si alza indignata, ritenendosi presa in giro, e rifiutando le spiegazioni del dottore. Fin qui stiamo descrivendo una normalissima scena di vita vissuta che qualunque operatore sanitario ha già visto decine di volte. L'elemento fantastico della storia è rappresentato da un bip del computer che annuncia che la signora ha "varcato la soglia che le concedeva il diritto di accedere alla scienza". In parole povere in questa società immaginata da Ballantyne esiste un limite oltre il quale chi rifiuta di usare la propria intelligenza per cercare di comprendere i fatti e i meccanismi della scienza perde il diritto a usufruire liberamente delle sue conquiste.
Ho trovato splendido questo passaggio:
“Look at this,” said James, scrolling down a long table. “Times and dates of occasions when you've proudly admitted to not being good at maths.”
“What's the matter with that? I'm not.”
“It's not the lack of ability, Sacha, it's the fact that you're proud of it. You'd never be proud of being illiterate. Why do you think your innumeracy is a cause for celebration?”
in cui in pratica il medico dice: "Il problema non è la sua ignoranza, ma il fatto che ne è orgogliosa. Non si vanterebbe mai di essere analfabeta, ma si vanta tranquillamente del suo disinteresse per le scienze".
Cosa ha di geniale questo racconto? Il fatto che riesce, in maniera concisa e provocatoria, a mettere alla berlina quanti insistono a voler decidere su temi che richiedono un minimo di dedizione e impegno pur senza aver mai dedicato i propri neuroni a esaminare i fatti. Si tratta di gente che pretende di scegliere per se e per gli altri pur vantandosi di essere una capra ignorante sul tema in questione che non necessariamente è la scienza.
Si tratta di un tema attualissimo e di forte impatto, basti pensare alla psicosi da vaccino o alla gente che teme di farsi una ecografia per paura delle radiazioni (lo dico per chi non lo sapesse: l'ecografia non usa le radiazioni... e se avete avuto bisogno che ve lo dicessi avete un problema con la scienza).
La scelta di Nature di pubblicare racconti di fantascienza è certamente una presa di coscienza di come la narrativa, la letteratura e le arti in genere possano essere veicolo di concetti e idee che spesso il grande pubblico non trova semplice approcciare. Un racconto come questo mette il lettore di fronte alle estreme conseguenze di una scelta di vita che non è oggi adeguata alla realtà che ci circonda, sempre che lo sia mai stata. Conoscere tutto è ovviamente impossibile, vantarsi di essere ingorante e poi pretendere di fare scelte consapevoli è sciocco!
Se la più importante rivista scientifica al mondo decide di pubblicare racconti di fantascienza vuol dire che ne ha ben compreso l'enorme potenziale, immaginifico e filosofico, nell'offrire interessanti spunti di riflessione come nel provocare portando alle sue logiche ed estreme conseguenze le tendenze sociali emergenti.

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