giovedì 7 aprile 2016

Fortune di nascita

Io un po' lo capisco a quel tizio che ieri è andato a farsi intervistare da quel viscido slinguazzachiappe.
Lo capisco perché non deve essere facile amare il proprio genitore e volerlo difendere da chi lo definisce un mostro. Non deve essere facile quando in effetti tuo padre è un mostro, una bestia, un animale che ha banchettato sulla carne di una moltitudine di vittime.
Non deve essere facile parlare di un padre amorevole quando intorno a te tutti ti ricordano come quel padre amorevole ne ha fatti ammazzare tanti di padri altrettanto amorevoli con figli meno fortunati di te.
O forse per certi versi più fortunati. Più fortunati perché cresciuti con l'immagine (reale, ed è una bella differenza) di un genitore rispettato non per paura ma per onestà e caratura morale. Giustamente l'omuncolo si dispiace per non poter essere accanto al padre negli anni della sua vecchiaia, dimenticando di quanti padri non sono stati accanto ai propri figli a causa di suo padre, dimenticando tutti quei figli che cresciuti senza padre non potranno a propria volta essere i "bastoni della loro vecchiaia".
Emerge da quella intervista un codice morale in cui esiste un noi impenetrabile dal quale tutto il resto è escluso, che avrebbe una sua coerenza se poi non si infrangesse pateticamente con la ridicola posa di vittima di quanti vedono solo nero o solo bianco.
Rimane da quella intervista l'evidenza di un giornalista, il viscido slinguazzachiappe, che come al solito fa domande idiote e al massimo di pancia. Inutile chiedere a un bambino se gli sembrava normale la vita che viveva a cinque anni, la risposta è abbastanza ovvia. Semmai c'era una domanda da fare, che lo slinguazzachiappe si è ben guardato dal porre: quando il tizio risponde che non è solo la mafia a commerciare con la droga e a commettere omicidi un vero giornalista avrebbe chiesto "a chi altri ti riferisci? Chi altri fa affari con la mafia?". Ecco... questa era la domanda.
E comunque, ritornando al punto iniziale, io lo capisco quel tizio (che non è solo il figlio di, ma è anche un condannato a 8 anni e spiccioli). Lo capisco perché anche io ho amato e amo mio padre. Anche io avrei voluto essere il bastone della sua vecchiaia. Anche io ne difenderei l'onore e l'immagine se fosse necessario. Come credo farebbero tutti i figli degni di questo nome. Come meritano tutti i padri degni di questo nome.
Certo per alcuni è più facile difendere l'immagine del proprio genitore. L'ho già detto in passato e quelle parole mi ritornano ancora una volta in mente:

I genitori non li scegli, prendi quelli che la vita sceglie per te. Io sono stato fortunato. È un privilegio essere tuo figlio, grazie papà.

E nel sentire storie così che mi rendo sempre più conto di quanto meraviglioso sia stato essere tuo figlio, di quanto onore ci sia nel portare il tuo cognome.
Io lo capisco quel tizio, davvero, e lo commisero. Perché io sono stato fortunato...

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